Medicina

L’ intelligenza artificiale può rilevare l’Alzheimer prima di un medico

Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’UC di San Francisco, l’intelligenza artificiale potrebbe un giorno cambiare la vita delle persone che affrontano una diagnosi di Alzheimer.

“Una delle difficoltà con il morbo di Alzheimer è che quando tutti i sintomi clinici si manifestano e possiamo fare una diagnosi definitiva, troppi neuroni sono giá morti, rendendola sostanzialmente irreversibile”, ha detto Jae Ho Sohn, un residente del Dipartimento di Radiologia e imaging biomedico e ricercatore principale dello studio.
Per lo studio, pubblicato su Radiology, Sohn e il suo team hanno sperimentato un tipo di scansioni cerebrali con un algoritmo di machine-learning, il quale ha imparato a diagnosticare la malattia di Alzheimer allo stadio iniziale circa sei anni prima che potesse essere rilasciata una diagnosi clinica. Le capacità diagnostiche dell’IA potrebbero dare ai medici un vantaggio fondamentale per il trattamento della malattia degenerativa.

Sohn e il suo team si sono concentrati sulle scansioni PET che monitoravano i livelli di glucosio attraverso il cervello, poiché il glucosio è la fonte primaria di combustibile per le cellule cerebrali. Una volta che le cellule diventano malate, alla fine smettono di usare il glucosio. Tuttavia, i cambiamenti sono minimi, almeno per l’occhio umano. “I radiologi umani sono davvero bravi nell’identificare una piccola scoperta focale come un tumore al cervello, ma abbiamo difficoltà a rilevare cambiamenti più lenti e globali”, ha affermato Sohn. “Dato lo sviluppo del deep learning in questo tipo di applicazione, all’intelligenza artificile sembrava decisamente naturale capire quei piccoli cambiamenti di glucosio, i quali per i medici erano indecifrabili.”


Sohn e il suo team hanno testato l’algoritmo sulle scansioni PET ai pazienti a cui è stato diagnosticato l’Alzheimer, un lieve danno cognitivo o nessun disturbo. L’algoritmo ha iniziato a capire come prevedere la malattia. Alla fine, è stato in grado di identificare correttamente il 92% dei pazienti che hanno sviluppato il morbo di Alzheimer nel primo test set e il 98% nel secondo test set, facendo previsioni corrette in media 75,8 mesi (quasi più di sei anni) prima che al paziente venisse diagnosticato l’Alzheimer.